Oggi* diamo vita all’Associazione Daru salam – Amici di Dakar, un progetto nato per aiutare i bambini e le famiglie più vulnerabili di Dakar e dei dintorni (Kaniack). Vogliamo promuovere il loro benessere, l’educazione e la tutela dei loro diritti, sostenendoli attraverso attività sociali, educative e sanitarie, e favorendo al tempo stesso l’inclusione sociale e uno sviluppo sostenibile della comunità.
Per farlo, organizzeremo eventi, concerti, spettacoli, mostre e mercatini, raccoglieremo fondi e invieremo aiuti concreti come cibo, vestiti, medicine, libri e materiale scolastico. Lavoreremo insieme ad associazioni locali e internazionali e promuoveremo progetti educativi e sanitari direttamente sul territorio senegalese.
L’associazione è aperta a tutte le persone e a tutte le organizzazioni, che condividono i nostri obiettivi. I soci si impegnano a rispettare lo statuto e a partecipare attivamente alle attività. Le risorse arriveranno dai contributi dei soci, dalle donazioni, dai lasciti, dai proventi delle iniziative e da eventuali sostegni pubblici o privati.
Insieme, possiamo trasformare un piccolo gesto in un aiuto concreto e costruire, passo dopo passo, una vera Casa della pace per chi ne ha più bisogno.
*Giovedì 13 novembre, giorno dell'Assemblea costitutiva dell'Associazione Daru salam-Amici di Dakar, tenutasi a Verscio nel Palazzo comunale ex Scuole-Municipio.
Per me, Daru salam, Senegal, Africa, è stata fondata e lanciata da Ibrahima Sarr (Ibra) nel 2020, grazie in parte alle sue diverse competenze e al suo background professionale, come pure al suo carisma.
D'altra parte, questo è stato possibile solo grazie al sostegno finanziario e a piccoli prestiti.
Daru salam è il punto di partenza per le varie attività.
L'associazione Daru salam si propone di fornire una piattaforma ufficiale per progetti che coinvolgono persone provenienti da tutto il mondo con professioni e competenze diverse: è così che ho capito che Ibra li affronta (progetti) con cura e tranquillità.
A mio avviso, è assolutamente essenziale assegnare ad Ibra un ruolo ufficiale di project manager e "lavoratore specializzato" con un contratto di lavoro formale, affinché possa lavorare efficacemente sia qui che in Senegal. È necessario definire il suo carico di lavoro (mansionario) e le spese necessarie.
Attraverso l’Associazione Daru salam, potremo rivolgerci agli enti ufficiali per ottenere un sostegno finanziario, forti della fiducia, che ispira il lavoro già realizzato e della solidità di un progetto che guarda lontano.
Testo letto giovedì 13 novembre 2025 in occasione dell'Assemblea costitutiva dell'Associazione Daru salam-Amici di Dakar, tenutasi a Verscio nel Palazzo comunale ex Scuole-Municio di Verscio.
Il baobab è uno degli alberi più emblematici del continente africano e rappresenta molto più di una semplice presenza naturale. La sua imponenza, la sua longevità e il suo ruolo nelle comunità lo hanno reso un vero e proprio simbolo culturale e spirituale.
In molte tradizioni africane il baobab è considerato un albero della saggezza. Grazie alla sua capacità di vivere anche migliaia di anni, viene visto come custode della memoria collettiva, testimone silenzioso della storia di intere generazioni.
Attorno al baobab si costruisce spesso la vita del villaggio: sotto la sua grande chioma si tengono incontri, assemblee, cerimonie e racconti. Per questo è diventato un simbolo di comunità, unione e dialogo.
Il baobab è anche chiamato “albero della vita”. Il suo tronco può immagazzinare enormi quantità d’acqua, permettendogli di sopravvivere alle stagioni più aride. I suoi frutti, le sue foglie e le sue fibre sono preziose risorse per le popolazioni locali. Da qui nasce il suo valore simbolico di resilienza, forza interiore e capacità di rinascita.
Un altro aspetto affascinante è la sua forma: i rami, che ricordano radici rivolte verso il cielo, sono stati interpretati come un legame tra ciò che è terreno e ciò che è spirituale. Il baobab diventa così un simbolo di connessione, di equilibrio tra uomo, natura e mondo invisibile.
Infine, anche nella letteratura moderna, come nel Piccolo Principe, il baobab assume un significato metaforico: rappresenta i problemi che crescono se non li si affronta, invitando alla cura, alla responsabilità e all’attenzione verso ciò che conta.
In sintesi, il baobab non è solo un albero: è un messaggio di forza, memoria, comunità e spiritualità, un ponte tra passato e futuro, tra natura e umanità.
S’innalza il baobab, custode del tempo,
resiste al deserto, al vento, al silenzio.
Radici nel cuore, rami nel cielo,
porta memoria nel suo grande velo.
Albero antico, mistero che dura,
dona ombra e forza, vita e misura.
Nel cuore rosso della terra d’Africa
s’innalza un albero che conosce il tempo.
Ha radici che ascoltano segreti antichi
e rami che sfiorano il cielo
come mani in cerca di una benedizione.
Il baobab non ha fretta.
Respira lento,
come chi ha visto passare popoli e stagioni,
guerre e piogge,
lacrime e canti.
La notte si posa sulle sue spalle
e gli antenati vi siedono accanto:
gli parlano lingue dimenticate
che solo i venti ricordano.
Sotto la sua chioma
si stringono storie e comunità,
si costruiscono promesse,
si condividono silenzi pieni di vita.
È un tempio senza muri,
una casa per chi cerca ombra
e per chi cerca senso.
E quando il sole brucia
e la terra si spacca,
lui rimane:
tronco d’acqua,
scrigno di forza,
mormorio di sopravvivenza.
Il baobab è poesia di legno:
capovolto, misterioso, eterno.
Un ponte tra il cielo e la polvere,
tra il ricordo e il futuro.
Chi lo sfiora
porta con sé un frammento di eternità.